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Io e il Lecce: Pierandrea Casto

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Il Leccese vuole dare vita ad una nuova rubrica dedicata interamente ai tifosi del Lecce, per scoprire e conoscere le gioie, i dolori e le emozioni che la maglia giallorossa ha suscitato in loro nell’arco degli anni e delle stagioni. Lo facciamo perchè il Lecce Calcio è composto soprattutto dall’amore di chi ha a cuore le sue sorti; lo facciamo per chi, partita dopo partita, segue con passione le gesta dei nostri beniamini e soprattutto per sensibilizzare le nuove leve ad una maggiore attenzione nei confronti di una realtà calcistica che, per la sua Storia, non ha nulla da invidiare a nessuno (Si, siamo di parte ma non ce ne frega nulla). Oggi abbiamo coinvolto Pierandrea Casto, Ricercatore Universitario, Agente Fifa e, soprattutto, tifoso del Lecce.

Ciao Pierandrea, cosa rappresenta per te il Lecce?

“Il Lecce è il primo amore, quello che può anche tradirti una domenica, ma che sai che non lascerai mai”.
Qual è il tuo primo ricordo del “Via del Mare”?

“Campionato 83/84 Lecce Varese sul crescent della Est con mio nonno materno. Avevo 6 anni e vincemmo 4 a 0 con un gol di Luperto direttamente da angolo”.
Un giocatore, un allenatore ed un Presidente al quale sei particolarmente legato?

“Beto Barbas, un vero fuoriclasse, mi sento onorato di averlo potuto ammirare dal vivo; De Canio come tecnico perché è riuscito a far vedere un gran gioco pur non avendo rose eccezionali; Giovanni Semeraro perché è stato un presidente che ha reso questa società davvero competitiva all’interno del panorama nazionale”.
Il ricordo più bello che ti lega a questi colori?

“La vittoria a Torino contro la Juve nel 2004 con Delio Rossi in panchina. E’ stato un giorno memorabile”.

Il ricordo più brutto da tifoso del Lecce?

“La finale persa contro il Carpi nel 2013 perché sarebbe stato fondamentale tornare subito nel calcio che conta”.

Un gol che ricordi ancora con emozione?

“Il gol di Chevanton contro il Napoli nel 2011 a pochi minuti dalla fine. Un capolavoro”.

Tifo Lecce perché…

“Tifo Lecce perché è nel mio sangue da generazioni e rappresenta la mia terra”.

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