Se in generale si dice che tre indizi fanno una prova, nel calcio direi che tre sconfitte consecutive, per di più senza nemmeno segnare, fanno una crisi. Ed è quello che sta attraversando il Lecce di Baroni da un punto di vista psicofisico, il tutto “annunciato” dal nervosismo (a tratti esagerato) dello stesso tecnico nelle recenti interviste pre e post.
Se col Sassuolo poteva considerarsi una partita persa in maniera episodica e forse estemporanea, e quella a San Siro con l’Inter nell’ordine delle cose, l’aver ceduto il passo ieri con il Torino nuovamente in casa e soprattutto in quelle modalità rappresenta l’acme del momento difficile dei giallorossi. Una gara infatti andata in archivio dopo soli venti minuti con l’avversario in versione “ordinaria amministrazione”.
Il motivo è presto detto: ci sono alcuni elementi in squadra che stanno attraversando un momento di appannamento atletico. Su tutti Strefezza e Di Francesco, che sono senza dubbio i leader qualitativi di questa rosa, per quanto riguarda la parte offensiva ed anche a centrocampo e sulle corsie risultano meno brillanti del solito. Ecco che ne viene fuori una formazione innanzitutto più sterile (al netto dei problemi strutturali di cui parla anche spesso il mister) ed anche esposta a maggiori rischi difensivi.
In quest’ottica dunque è necessario tenere botta (anche con un pari) in quel di Firenze contro una Fiorentina sì in forma smagliante ma che sarà reduce dalla trasferta turca del giovedì in Conference, per poi sfruttare la sosta del campionato per ricaricare le pile. E’ evidente infatti che Hjulmand e compagni stiano pagando lo sprint di inizio anno dopo le “vacanze mondiali”.
Se da un lato tutto ciò non è certamente rassicurante, seppur temporaneo e tipico di tutte le squadre in un momento della stagione, dall’altro c’è la classifica che deve spingere tutti a non fare i soliti drammi che purtroppo invece già si vedono e si sentono, specialmente sui social…
Da questo punto di vista infatti è doveroso fare un’attenta analisi “extra”, perché nell’economia di un torneo con venti squadre partecipanti, conta certamente quello che fai tu in prima persona ma conta molto anche quello che non fanno gli altri. Soprattutto alle soglie della Primavera.
Orbene il Lecce, a fronte di queste tre sconfitte consecutive, ha infatti perso soltanto due punti di margine sul terz’ultimo posto, mantenendosi anche al di sopra di altre due squadre tra sè ed il Verona (salvo clamorosi exploit di questa sera). Con l’Hellas stesso che non sembra poi così in grado di poter avere sussulti clamorosi dopo il momento di massima spinta di qualche settimana fa (basti vedere il match di ieri col Monza). Senza contare che già due posti per la B sono praticamente assegnati. Situazione quasi mai verificatasi già tra febbraio e marzo. Dunque credo che il tutto sia sufficiente a non dover far scoraggiare l’opinione pubblica salentina, ferma restando quella dose di scaramanzia nei commenti che però non deve mai sfociare nel pessimismo cosmico. Anche perché ad avvalorare queste tesi c’è poi anche da considerare il calendario, che oltre a mettere di fronte Samp e Verona nel prossimo turno (con i blucerchiati che anche per la legge dei grandi numeri non potranno perdere sempre, soprattutto in casa) e Spezia e Salernitana nella giornata subito dopo la sosta, quando noi saremo impegnati ad Empoli e con il Verona che al contempo sarà ospite della Juve.
Dunque a mio modo di vedere delle congiunture favorevoli sulla base del vantaggio accumulato. Con questo non dico che dobbiamo cullarci e continuare a parlare delle ipotetiche plusvalenze e di Baschirotto in Nazionale, ma nemmeno fasciarci la testa per un fisiologico periodo negativo che ha intaccato minimamente in termini di punti il vantaggio considerando che sono appunto passate altre tre giornate.
In queste fasi è opportuno mantenere l’equilibrio e la serenità soprattutto a mezzo stampa.
Del resto il calcio è fatto di numeri e statistiche, non di fantasmi.
