Con la sconfitta di ieri a San Siro sponda Milan il Lecce è giunto alla sua quindicesima sconfitta stagionale, la nona in trasferta, ma soprattutto la settima nelle ultime otto partite. Un ruolino di marcia inquietante che ormai non fa stare tranquillo nemmeno tra i più ottimisti come il sottoscritto. In virtù della vittoria del Verona nell’anticipo col Bologna di venerdì sera e del pareggio dello Spezia a Genova con la Sampdoria, infatti, i giallorossi ora sono rispettivamente soltanto a +2 dalla zona rossa occupata ancora dai veneti e soltanto a +1 dai liguri quart’ultimi.
Una situazione dunque radicalmente cambiata rispetto a qualche settimana fa, a livello sia di classifica che psicologicamente, seppur però non ancora compromessa nell’ottica generale del calendario e soprattutto in considerazione del fatto che entrambe queste dirette concorrenti dovranno venire a giocarsi la partita al Via del Mare nelle prossime settimane. Dunque non è assolutamente ancora il tempo di deporre le armi, ma anzi di impugnarle ancora più forte perché abbiamo ancora tempo e modo di riportare tutto dalla nostra parte, fermo restando che venerdì ci voglia un Lecce certamente più coraggioso di quello visto ieri. Nel pomeriggio milanese infatti la cosa che è risultata maggiormente ai miei occhi è proprio questa: la squadra di Baroni ha mancato di coraggio e aggressività al cospetto di un Milan apparso quantomeno in versione “velocità da crociera”.
Se ci poteva stare un avvio ordinato e difensivo, una volta preso il gol Baroni è mancato ancora una volta nella lettura della gara non riuscendone a modificare l’inerzia con i cambi. Pur tenendo conto delle scarse qualità degli uomini, ci sono alcune scelte che nella loro essenza a mio avviso non trasmettono un cambio di passo alla squadra. Paradossalmente era più facile giocare una buona partita ieri che la scorsa settimana con la Sampdoria, proprio perché si aveva meno da perdere sulla carta, invece Hjulmand e compagni, tranne i primi 25 minuti hanno dato l’impressione di fare il compitino, e una volta preso il secondo è sembrato quasi voler conservare la dignità dello “scarto” più che gettarsi alla disperata. Anche perché a questo punto del campionato anche se hai davanti il Milan a casa sua i punti pesano tutti allo stesso modo.
A questo punto venerdì prossimo è una partita che il Lecce in un modo o nell’altro dovrà vincere, senza sé e senza ma… Il tempo dei bonus, anche per Baroni, è decisamente terminato. Anche perché si gioca prima degli altri e contro un’ Udinese che non ha più nulla da chiedere alla suo campionato.
Ci vorrà coraggio, a quel punto, anche presentarsi ai microfoni delle interviste se ci sarà un qualcosa di diverso dai tre punti.