L’avevo invocata e sinceramente dopo tanto tempo ci avevo sperato, nela profezia.La profezia di segnare in qualsiasi modo, di vincere la partita con ogni mezzo, anche con un autogol segnato di mano o di nuca. I tre punti erano fondamentali per mille motivi. Per la verità, dopo occasioni avute, parate, palle che danzavano pericolosamente sulla linea di porta, rigori non dati, pensavo veramente che sarebbe finita come in Lecce-Samp. Anche perchè, diciamocelo, l’Udinese è stata molto clemente. Non ha fatto più di quello che doveva fare, scendere in campo e tenere palla. La melina è iniziata già dal primo minuto. Questa volta però il segno divino c’è stato.
Nel secondo tempo gli dei del calcio hanno deciso di intervenire.Si saranno detti tra loro che accanirsi troppo non era più divertente. Ed ecco, dunque, che l’intervento di Udogie sul povero Gendrey può essere definito sopranaturale. Un segno divino, appunto. Rigore, gol, tre punti e tutti più leggeri.
Certo che, se gli dei del calcio volessero, potrebbero anche preparare uno scherzetto domenica pomeriggio durante una loro gita a Cremona. Si sa come sono fatti questi dei, a loro piace scherzare.
Andrea Polo